C’era una volta in quarantena
I giovani hanno, infatti, smesso di andare a scuola, giocare al parco, fare attività sportive, avere contatti con il mondo esterno, sono stati catapultati in una situazione alienante senza avere la stessa coscienza e consapevolezza di un adulto. Per la realizzazione delle favole è stato, quindi, proposto un tema libero, proprio per dare la possibilità di evadere dalla quotidianità claustrofobica della quarantena.
L’obiettivo del libro non è quello di raccogliere favole “scritte bene”, ma di essere una sorta di scrigno emotivo che raccoglie tutte le sensazioni, le emozioni e i sentimenti dei bambini. Parte del ricavato sarà devoluto all’ospedale di Bergamo Papa Giovanni XXIII. Un’altra parte andrà a MAG – Movimento Artistico Giovanile a sostegno della cultura, con la speranza di tornare a regalare a tutte le famiglie sorrisi, amore e attenzioni verso i bambini che, non dimentichiamolo mai, sono il nostro futuro e che, per questo, vanno guidati e aiutati nel meraviglioso viaggio della vita.