Le Avventure Del Gatto Con Gli Stivali
Il giovane Germano, figlio di un mugnaio, riceve in eredità dal padre un gatto. Questo gatto, però non è un semplice animale: è un gatto parlante che subito gli propone un piano per fare fortuna e sposare la figlia del re. In cambio gli chiede soltanto un paio di stivali con i quali presentarsi a corte. Ottenuti gli stivali del padre di Germano, il Gatto si presenta dal Re con un sacco di cacciagione, entrando subito nelle sue grazie, e riesce ad ottenere un appuntamento fra la principessa Isabella e Germano. I due appena si vedono si innamorano, ma il Gatto costringe il suo padrone a fingere di essere un Marchese per ingraziarsi il vecchio Re. Isabella scopre subito l’inganno, ma decide di appoggiare Germano e chiede al padre l’autorizzazione a sposarlo. Il Re accetta a una sola condizione: dovranno sconfiggere l’Orco Ezechiele e portargli la sua bacchetta magica.
I tre si recano nel castello dell’Orco Ezechiele e il Gatto lo sfida a una gara di magia. L’Orco dapprima si trasforma in leone e sembra avere la meglio, ma poi si lascia ingannare e decide di trasformarsi in topo. A questo punto il Gatto cattura l’Orco così trasformato, lo divora e Germano riesce a prendere la bacchetta magica e a ottenere dal Re il permesso di sposare la principessa Isabella.
Note di regia:
La struttura narrativa è arricchita da tre coreografie e una canzone. Inoltre la regia ha scelto di lavorare sulla differenziazione di tre diversi ambienti che fanno da cornice alle vicende rappresentate, sfruttando un disegno luci in grado di modificare la percezione degli elementi scenografici presenti sul palco. La messa in scena rispetta l’ambientazione originaria della fiaba, usando costumi settecenteschi, ma inserendoli in un contesto scenografico stilizzato. Le ambientazioni sono date da quattro strutture in tubi di metallo autoreggenti che nel primo atto sono rivestite da tulle bianco, e che simboleggiano di volta in volta o gli alberi della foresta o i decori della reggia. Nel secondo atto, ambientato nel castello dell’Orco, gli alberi saranno spogliati, mantenendo la loro struttura scheletrica, ma entrerà in scena un pannello di legno, di 6 metri X 2 metri.
I tre si recano nel castello dell’Orco Ezechiele e il Gatto lo sfida a una gara di magia. L’Orco dapprima si trasforma in leone e sembra avere la meglio, ma poi si lascia ingannare e decide di trasformarsi in topo. A questo punto il Gatto cattura l’Orco così trasformato, lo divora e Germano riesce a prendere la bacchetta magica e a ottenere dal Re il permesso di sposare la principessa Isabella.
Note di regia:
La struttura narrativa è arricchita da tre coreografie e una canzone. Inoltre la regia ha scelto di lavorare sulla differenziazione di tre diversi ambienti che fanno da cornice alle vicende rappresentate, sfruttando un disegno luci in grado di modificare la percezione degli elementi scenografici presenti sul palco. La messa in scena rispetta l’ambientazione originaria della fiaba, usando costumi settecenteschi, ma inserendoli in un contesto scenografico stilizzato. Le ambientazioni sono date da quattro strutture in tubi di metallo autoreggenti che nel primo atto sono rivestite da tulle bianco, e che simboleggiano di volta in volta o gli alberi della foresta o i decori della reggia. Nel secondo atto, ambientato nel castello dell’Orco, gli alberi saranno spogliati, mantenendo la loro struttura scheletrica, ma entrerà in scena un pannello di legno, di 6 metri X 2 metri.